4 settembre 2021 – inaugurazione del restauro della casara e del nuovo murales: galleria foto e ringraziamenti

4 settembre 2021 – inaugurazione del restauro della casara e del nuovo murales: galleria foto e ringraziamenti

Sabato 4 settembre 2021, una data storica che ad Alvese si ricorderà a lungo.

Finalmente, dopo oltre un anno di lavori, siamo arrivati all’inaugurazione del restauro della nostra casara, il vecchio caseificio turnario che è rimasto in attività fino al 1964, dove le famiglie di tutte le nostre contrade portavano il latte per produrre formaggi, burro, ricotta…

Un edificio che ha quindi un grande significato simbolico per noi, per la nostra comunità, che è di proprietà della Parrocchia ma da anni – grazie a una convenzione – è in gestione dell’associazione Gruppo Alvese APS la quale, nel tempo, ne ha fatto il cuore pulsante delle proprie attività.

Al piano terra sono ospitate le nuove cucine per le sagre e manifestazioni di valorizzazione del nostro paese, mentre al piano superiore è stato ricavato un bel salone che potrà essere utilizzato per riunioni, convegni, mostre d’arte, eventi culturali e anche, naturalmente, per ospitare chi verrà a mangiare durante le nostre feste.

Avremmo voluto celebrare il momento in maniera diversa, forse più in grande, ma data la complicata situazione attuale si è deciso per una cosa più semplice e intima, con la santa messa celebrata da don Mario Geremia e a seguire l’inaugurazione e un momento di brindisi.

Dopotutto, quello che conta è la sostanza, e noi ad Alvese siamo abituati alle cose semplici ma fatte bene, col cuore.

Doverosi ringraziamenti

In primis, il GRAZIE sincero da parte della Parrocchia, dell’associazione Gruppo Alvese e di tutta la comunità va ai fratelli Santo, Bruno e Rino Mastrotto: senza il loro generoso contributo economico tutto ciò che vedete non si sarebbe potuto realizzare.

Un intervento motivato da un profondo legame affettivo: il papà Arciso, pioniere nel settore della concia della vallata, prima di lasciare il suo paese natìo teneva infatti i conti della casara.

E naturalmente ci sono molte altre persone da ringraziare. Davvero tante. In queste occasioni sempre sbagliato fare nomi e cognomi, perché c’è sempre il rischio di dimenticare qualcuno. Per cui vogliamo ringraziare senza distinzioni tutte le aziende che in questi mesi hanno prestato la loro opera per arrivare a questo risultato. Tutti i volontari e le persone generose che con vari mezzi, offerte, manodopera hanno portato il loro contributo per arrivare fin qui.

Un murales in memoria di Arciso Mastrotto

Uomo di fede profonda – contadino saggio e sapiente – imprenditore illuminato – è nato in questa casa”.

Le persone che, almeno una volta, hanno passeggiato per Alvese e sono passate per la contrà dei Mastrotti sicuramente ricordano queste parole, incise in una bella targa di marmo.

E Arciso Mastrotto ha lavorato nella nostra casara, portava il latte e aiutava anche l’amico casaro nel lavoro, come toccava a tutti, a turno, perché questo era il senso del caseificio “turnario”. Ma Arciso aveva una marcia in più. Una mente di grande ingegno, non a caso a lui si rivolgevano in molti per dei saggi consigli e a lui fu affidato, nonostante la giovane età, l’incarico di tenere i conti del caseificio.

Per la comunità di Alvese è perciò un grande onore ricordare con questo murales, il ventesimo tra quelli realizzati nelle nostre contrade, la memoria di Arciso, il nostro concittadino forse più conosciuto e stimato, che ha lasciato Alvese, il suo paese, la sua gente, di certo con tanta tristezza nel cuore ma con grandi speranze per la propria famiglia.

Un uomo di grande spessore, pieno di interessi, uno dei primi a intuire le opportunità di lavoro e di crescita che il settore conciario – allora agli albori – poteva offrire. E insieme ai figli ha saputo affermarsi con un ruolo di primo piano a livello mondiale.

Il murales che abbiamo inaugurato, opera dell’artista Adriana Feriolo, è stato pensato come una finestra aperta nel tempo, per ricreare una scena di vita vissuta, reale, concreta. Il soggetto di questo murales è stato condiviso ovviamente con i figli di Arciso, in particolare Nella e il caro amico Roberto che, purtroppo, da poco ci ha lasciato.

Al centro, appunto, Arciso – naturalmente da giovane, la scena è ambientata nei primi anni Quaranta – e ai lati due persone con cui aveva stretto una grande amicizia. Da una parte, don Armido Spiandore, primo parroco di Alvese, un prete d’altri tempi, tutto d’un pezzo, gran lavoratore e spesso addirittura anche muratore, che ha dedicato la sua vita alla nostra comunità per quasi 50 anni. E dall’altra parte, al lavoro alla caldièra, Mario Battistin, il casaro che proveniva dalla Piana, sopra Valdagno, di là del monte, che proprio sulla via di casa rimase vittima innocente di una barbara esecuzione per mano nazi-fascista nel settembre 1944.

La vecchia casara torna ora a vita nuova

La vecchia casara ora diventa ancora di più il cuore delle attività della nostra associazione Gruppo Alvese.

Come si può vedere anche dalle foto abbiamo voluto valorizzare quanto più possibile la facciata, che è un capolavoro di tante pietre lavorate a mano che portano il segno della fatica, del sudore, dei sacrifici ma anche della grande sapienza dei nostri padri, di chi ci ha preceduto.

Al centro della facciata si può notare una piccola nicchia, che a memoria anche dei più anziani è sempre rimasta vuota, ma rimuovendo la vecchia malta è emersa in tutto il suo splendore. Abbiamo voluto posizionarvi una statua e abbiamo scelto una Madonna cimbra, opera dello scultore Pino Baù di San Bonifacio. Un’opera d’arte che sembra nata per quel posto, come se lo stesse aspettando da sempre.

Un angolo museale che ricorda il lavoro nel caseificio turnario

Durante le feste e ricorrenze più importanti in cui il nuovo salone sarà aperto, chiunque potrà ammirare lo stupendo angolo museale che abbiamo creato nella casara recuperando la caldièra e vari attrezzi e strumenti originali, restaurati per l’occasione, ricreando appunto l’ambiente del caseificio turnario di un tempo.

Foto di Emanuele Mastrotto.