Lettera di SUOR CARMELA Dal Barco, missionaria in Giordania

Lettera di SUOR CARMELA DAL BARCO, originaria di Alvese e oggi in missione in Giordania,

che la comunità parrocchiale di Alvese aiuta ogni anno con un’offerta grazie al ricavato della “FESTA DEI MARUNI”

Reverendo Don Mario,

Carissimi  Amici del gruppo di Alvese,

A tutta la Parrocchia di cui ancora mi sento parte, sempre con la speranza di ritornare a respirare l’aria pura e godere il verde dei boschi…

E a quanti avete partecipato alla famosa “Sagra dei Marroni”:

BUONA PASQUA di RESURREZIONE!

a voi e alle vostre famiglie,

che la Gioia e la Pace di Gesù Risorto sempre vi preceda e vi accompagni!

Da ormai sei mesi la Divina Provvidenza mi ha fatto ritornare ai fratelli di Jebel Hashimy, piccola e povera zona della periferia di Amman, capitale della Giordania.

Poco è cambiato da quel lontano 1992, quando il Signore mi chiamava di seguirlo altrove, anzi direi che la situazione è diventata più triste da quando, da alcuni anni, sono arrivati i rifugiati Irakeni e Siriani.

La Giordania è un paese con poche risorse naturali, soprattutto di acqua, e con il grande afflusso di rifugiati anche le famiglie della nostra zona soffrono e fanno fatica ad arrivare a fine mese.

Vorrei farvi partecipi dell’esperienza che stiamo vivendo come comunità, cercando di dare una mano anche con la vostra offerta di 500 €,  che ci ha fatto respirare a fondo…, e per la quale vi ringraziamo a nome delle famiglie che cerchiamo di aiutare e che continuano ad arrivare dalla Siria e dall’Irak, in particolare a quelle che hanno bambini piccoli.

Quello che ci raccontano sono cose da brividi, raccapriccianti. Hanno dovuto lasciare tutto: casa, lavoro, amici, tutte le loro fatiche al vento…  A loro non mancava nulla, anzi aiutavano coloro che erano in necessità. Sono scappati di giorno e di notte solo perché “CRISTIANI”, per evitare umiliazioni di ogni genere, specie le donne e ragazze, e la morte.

Nel tragitto hanno vissuto parecchi mesi in grandi saloni condividendo con più di 45 famiglie acqua, cucina, bagni ecc. Con tutto quello che questo comporta, di buio e di paura durante la notte.… Altri sono riusciti a scappare  con le cose più urgenti ma strada facendo sono stati spogliati di tutto, pur di avere salva la vita. Molte famiglie hanno trovato alloggio nella nostra zona in situazioni pietose e poco dignitose con una stanza un bagno, se c’è, e nulla più… con affitti alti, e tanti approfittano.

Con alcuni laici impegnati e un dottore iracheno, anche lui arrivato come gli altri, abbiamo cercato di procurate utensili vecchi e nuovi per la cucina, fornelli e poi materassi, coperte, qualche frigo anche usato, e compreremo fra poco anche alcuni ventilatori spostabili, perché qui il caldo fra non molto si farà sentire… Insomma le cose più necessarie e naturalmente alimentari, e sopratutto latte e pannolini per i bambini.

Abbiamo conosciuto una famiglia che vive da tre settimane in due stanze e una della quali sempre con l’acqua sul pavimento. Naturalmente senza luce perché pericoloso, ora aspettano di passare altrove speriamo… Sperando che non passi troppo tempo…

Un’altra mamma ha chiesto un po’ di latte per il bambino di sei mesi dicendo: per noi grandi non importa ma i bambini come fanno senza mangiare? E sempre sono riconoscenti e ringraziano il Signore perché sono ancora vivi.

In un’altra famiglia abbiamo trovato una mamma con tre bambini, il più piccolo di 10 mesi: avevano finito l’acqua potabile che avevano comperato, la bombola del gas era finita… Subito siamo intervenuti almeno per i bambini.

Il centro Caritas aiuta, ma non arriva a tutto. Da noi quasi ogni giorno arriva qualche mamma e dice: “Suora scrivi anche il nostro nome, forse puoi darci qualcosa, non dimenticarti di noi”. E noi diamo quello che altre persone ci danno, e a volte siamo impossibilitate; ma la cosa più importante per loro è che sappiamo ascoltarli facendo loro sentire la nostra vicinanza in questi momenti cosi tragici.

Quando ti vedi arrivare persone con solo i vestiti che hanno addosso e cercano altri indumenti fra le cose usate… non hai parole da aggiungere. Da sapere che per gli irakeni è proibito lavorare e dare lavoro; se lo fanno è un grande rischio anche per chi li assume. Tutto un discorso politico che non vogliamo toccare. Tutti quelli che arrivano in Giordania sono in attesa di essere chiamati dalle varie ambasciate come l’America, l’Australia, il Canada per poter ricevere il visto di uscire e partire; alcuni aspettano anche da due anni e più.

Carissimi amici vedo che mi sono dilungata troppo scusatemi, è una esperienza molto forte che stiamo vivendo e che ci tocca da vicino e stanno interrogando il nostro modo di vivere e ci scuote.

Non possiamo restare indifferenti davanti a tanta sofferenza e disagio a causa del Vangelo.

È una occasione per vivere quanto ci dice papa Francesco: quello di andare verso le periferie per imparare  da questi fratelli la fede e la speranza pratica, proprio dove vive la carne martoriata di Gesù.

Ci auguriamo e preghiamo insieme perché l’anno giubilare della Misericordia ci aiuti davvero a vivere le opera di misericordia corporale e spirituale con gioia e con lo sguardo di Gesù pieno di misericordia e tenerezza per noi e per ogni fratello che Lui ci fa incontrare.

Che la Pasqua di Resurrezione ci trovi tutti pronti ad aprire cuore e mente per vedere prima i bisogni di quelli di casa nostra, per essere poi capaci di guardare oltre… e dare una parola, uno sguardo buono e pieno di tenerezza, insomma essere capaci di accorgerci del fratello che incontriamo per donare ciò di cui ha bisogno.

A tutti ancora BUONA PASQUA! Con tanta gioia e speranza di un mondo migliore e più giusto per tutti!

 04 marzo 2016                                                                       Con tanta riconoscenza e amicizia

Jebel Hashimy, Amman, Giordania                                    Sr. Carmela Dal Barco figlia dei Sacri Cuori

 

Le Suore Dorotee presenti ad Amman sono coordinate da suor Carmela Dal Barco: in collaborazione con la Caritas locale e la Parrocchia fanno il possibile per assistere le famiglie povere che continuamente arrivano ed hanno bisogno di tutto. In Iraq erano famiglie benestanti, fuggendo hanno lasciato e perso tutto.
“In questo stato di emergenza ogni aiuto è prezioso. La maggioranza delle persone ha bisogno di generi alimentari, ma chiede anche un contributo per pagare le bollette, l’affitto, le rette scolastiche o per acquistare le medicine”.
È difficile – dicono le Suore – descrivere la grande sofferenza della gente, soprattutto dei bambini, talvolta piccolissimi, e delle donne. Ci vuole molto coraggio per andare avanti, di questi tempi, in Medio Oriente, e per continuare il cammino in fedeltà alla missione affidata.

Per saperne di più clicca qui.